Visioni interiori

Ogni scatto è una danza tra due anime: quella del fotografo e quella del soggetto. I ritratti non sono semplici rappresentazioni, ma specchi magici dove le emozioni si intrecciano e si fondono, creando una narrazione visiva unica. Il movimento, sia esso fisico o metaforico, permea ogni immagine, trasportando l'osservatore in una dimensione dove tempo e spazio si piegano alle leggi dell'interiorità.

Paradossalmente, questi ritratti si trasformano in autoritratti metaforici, dove ogni volto fotografato diventa una finestra non solo sull'anima del soggetto, ma anche su quella dell'artista. È un viaggio circolare dove osservatore e osservato si fondono in un'unica, potente visione artistica, liberando quei "demoni interiori" che solo l'arte sa trasformare in bellezza.

Photographic art becomes a portal to the unconscious, a bridge between the visible and the invisible. In “Inner Visions,” photography transcends its documentary role to become a tool for psychological exploration.
Each shot is a dance between two souls: that of the photographer and that of the subject. The portraits are not mere representations, but magical mirrors where emotions intertwine and merge, creating a unique visual narrative. Movement, whether physical or metaphorical, permeates each image, transporting the viewer to a dimension where time and space bend to the laws of interiority.
Paradoxically, these portraits turn into metaphorical self-portraits, where each photographed face becomes a window not only into the soul of the subject, but also into that of the artist. It is a circular journey where observer and observed merge into a single, powerful artistic vision, releasing those “inner demons” that only art can transform into beauty.